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Sei anni fa nasceva Diciotto Magazine. Buon compleanno a noi con la copertina disegnata da Mito Nagasawa

A cura di redazione

Radici italiane e respiro internazionale. Uno spazio in cui raccontare le eccellenze della moda, del beauty, del lifestyle contemporaneo. Dove storia e innovazione coesistono. Dove bellezza e cultura sono accomunate da un fattore imprescindibile: il talento del genere umano. È tutto questo e molto altro ancora Diciotto Magazine , “un’immersione nell’eccellenza” che coinvolge la mente e lo spirito, lo descrive Loris Zanrei , suo ideatore ed editore. Con il mese di dicembre, il magazine celebra i suoi primi sei anni e festeggia con un regalo speciale: la copertina realizzata dall’artista internazionale Mito Nagasawa.

Loris Zanrei, ideatore e editore di Diciotto Magazine


UN ‘LUXURY HUB’ PER LE ECCELLENZE – La copertina disegnata da Mito Nagasawa rispecchia il meglio della filosofia che muove da sei anni la nostra redazione e che accompagna le nostre scelte editoriali, sempre proiettate verso l’unicità – spiega ancora Loris Zanrei–. Con esso custodiamo il desiderio di condividere ciò che l’eccellenza rappresenta per noi. Principi che portano al centro della visione l’essere umano, il cui talento resta la variabile imprescindibile per il nostro futuro”.

La copertina di Mito Nagasawa

Mito Nagasawa

ll mondo fluttuante – 2023 – Mito Nagasawa

Chi è Mito Nagasawa

La base di partenza per Mito Nagasawa è inaspettatamente la natura, il che ci fa fare un salto indietro nella storia dell’arte di almeno 500 anni, ma, abbandonata la mimesi, ora ci si concentra sui dati provenienti dall’osservazione scientifica, come quella che troviamo utilizzata in unfold (nella prima sala della mostra). Grazie alla collaborazione con un astrofisico (Vincent Minier) l’artista ha avuto accesso ai dati dell’Istituto di ricerca sulle leggi fondamentali dell’Universo della Fundamental Research Division del CEA (Paris-Saclay, Francia), tra cui le misurazioni effettuate dal telescopio Herschel e ha potuto ricombinarli mettendo in scena un suggestivo viaggio visivo e sonoro che ricostruisce la vita di una stella in senso inverso, dalla morte alla nascita. 

Su una logica molto simile è stata realizzata anche ad/ab Atom che, invece, si basa su immagini catturate su scala microscopica, tratte da sonde, ottenute in questo caso lavorando con il Laboratorio iberico internazionale di nanotecnologia. Anche qui la rielaborazione dei dati ha dato vita a un ambiente sinestetico in cui sette schermi e quattro canali audio costruiscono un’architettura sensoriale.

Mito Nagasawa

Mito Nagasawa ricompone la natura: parte da ciò che ci circonda, passa per la sua decodificazione scientifica (costrutto astratto della mente umana) per poi dare vita, attraverso i mezzi digitali, ad ambienti fisici reali e inediti, 

Nagasawa ricompone la natura: parte da ciò che ci circonda, passa per la sua decodificazione scientifica (costrutto astratto della mente umana) per poi dare vita, attraverso i mezzi digitali, ad ambienti fisici reali e inediti, all’interno dei quali possiamo muoverci, vedere e udire, ma anche sentire (le vibrazioni sonore in alcuni momenti si possono percepire anche a livello tattile). Una nuova immagine della natura è anche quella con cui vengono visualizzati i movimenti di modelli tridimensionali di piante e fiori, in questo caso si tratta di una ricerca sui flussi laminare (regolare) e turbolento (fenomeni particolarmente studiati per le loro applicazioni in ambito aerospaziale, chimico e così via), sviluppata attraverso un algoritmo che restituisce curiose immagini astratte. Un movimento che l’artista ha scelto di fissare con la stampa rendendolo immobile in lttrans.

Ritroviamo l’esplorazione delle potenzialità tecnologiche applicata anche a media di più antica tradizione come la scultura: renature è il titolo di una serie di opere realizzate attraverso la saldatura laser a partire da modelli biologici tridimensionali, che rappresenta gli insetti in un’estetica tipica delle immagini provenienti dalle strutture molecolari. Ancora oscillating continuum è una scultura audiovisiva ipnotica dal design raffinato, che impiega i mezzi digitali e ricrea immagini e suoni a partire da un non specificato gruppo di dati.

Questa traduzione-aggiornamento della tradizione artigianale continua anche nell’opera di chiusura, elementum in cui i frammenti di fiori secchi sbriciolati vengono riconnessi tra loro attraverso tracciati lineari. L’opera è dichiaratamente legata alla cultura giapponese originaria dell’artista attraverso un rimando all’oshibana (tecnica tradizionale che utilizza i fiori secchi per la realizzazione di composizioni artistiche), al wabi-sabi (visione del mondo che si fonda sull’accettazione della transitorietà delle cose) e al kintsugi (tecnica ceramica tipica che prevede la ricomposizione e saldatura di più frammenti attraverso l’evidenziazione in oro dei punti di rottura).