“Genio inquieto ed eversivo con fiuto del conoscitore”, così Alberto Moravia descriveva Pablo Picasso e il suo modo di approcciare all’arte.
Nato a Malaga il 25 ottobre del 1881, Pablo Ruiz y Picasso dimostra da subito la vitalità che caratterizzerà la sua opera. Genovese da parte di madre, il pittore sceglie il cognome Picasso per il suono poco diffuso in Spagna della doppia “s”. La famiglia materna era originaria di Recco dove, tutt’oggi, il cognome è ancora presente. Parente del pittore Matteo Picasso, è proprio attraverso questa ascendenza che Picasso acquisisce una certa fierezza ligure e passione per i paesaggi marini. Nel 1901 Picasso dipinge due opere dal nome “Le rocce” e “Il Mediterraneo”. I paesaggi ricordano quelli ai quali l’artista è legato dal punto di vista affettivo e familiare, testimonianza dell’influenza della pittura impressionista e ligure nel lavoro del pittore andaluso.
Le opere infatti sono caratterizzate del violento cromatismo, dai colori accesi e dalle forti pennellate di colore attraverso le quali viene creato il quadro senza seguire un disegno.
L’opera “Le due sorelle” del 1902 per Picasso rappresenta uno primi capolavori del cosiddetto periodo blu. La tela, con protagoniste due sorelle che si incontrano, è la massima espressione dell’intento dell’artista di volere comporre un’opera focalizzata sulle emozioni più che sulle forme. Il quadro rievoca l’iconografia mariana delle “visitazioni” dell’arte del XIII e XIV secolo, alle quali Picasso si ispirerà anche in seguito.
Stesso “pathos” ritroviamo in “Vecchio chitarrista” del 1903. Picasso è ormai verso la fine del periodo blu ma il tono del colore è sempre più cupo e il vecchio protagonista dell’opera è emaciato e malato. La chitarra, altrettanto protagonista, smorza le forme spigolose dell’uomo attraverso le sue rotondità. L’opera pare chiaramente essere un richiamo all’arte spagnola di El Greco. Tutta la sofferenza dei protagonisti diventa poesia nell’opera. Come dirà anni dopo Ludwig Wittgenstein: “il fatto, per essere immagine, deve avere qualcosa in comune con il raffigurato. In immagine e raffigurato qualcosa deve essere identico, affinché quella possa essere un’immagine di questo”, un processo creativo che accompagnerà l’intera opera di Picasso.
L’artista andaluso si allontana dalla severità e dalla melanconia spagnola del periodo blu, attraverso il periodo rosa. La serenità e il contesto rinascimentale sono presenti nell’opera “Famiglia di acrobati con scimmia” del 1905 dove Picasso vuole quasi rievocare la sacralità della famiglia come nel Rinascimento. La rappresentazione in piena armonia della composizione, l’atmosfera, il ritorno alle tecniche classiche della pittura, l’uso di colori a tempere e colori ad olio, sono frutto dell’intenzione dell’artista di riportare l’arte ad un livello classico, come quello accademico ricordando in qualche modo la sobrietà e lo stile classico italiano.
L’opera “Il Ragazzo con la pipa”, che nel 2004 è stata aggiudicata all’asta da Sotheby’s, a New York, per 104,1 milioni di dollari, rappresenta il momento più alto del periodo rosa di Picasso: il giovane è rappresentato in abito blu, un blu meno cupo e triste ma la solitudine del ragazzo è contrastata da una corona di rose e fiori che lo circondano ad ornamento come se Picasso volesse dare vitalità allo sguardo imbronciato del personaggio ritratto.
Quasi come un percorso e un filo conduttore, Picasso, ormai lontano dal periodo blu, nel 1916 espone per la prima volta l’opera “Les Demoiselles d’Avignon” destinata a cambiare la storia dell’arte e dare inizio al percorso che porterà al Cubismo. Il grande quadro raffigura cinque prostitute del bordello di calle Avignon, a Barcellona, le quali sono focalizzate sull’osservatore che guarda il quadro. La cosa che più colpisce è l’assoluto disinteresse di ciascuna donna nei confronti dell’altra: ogni figura è autonoma. Picasso si ispira al suo maestro Cézanne ma allo stesso tempo critica il pittore francese e si allontana dallo stile borghese. L’artista spagnolo infatti introduce per la prima volta l’arte africana in Europa. Le donne a destra hanno volti che ricordano le maschere tribali africane, totalmente disallineate con il contesto. Sarà proprio l’uso di volti spigolosi e squadrati che permetterà all’artista di approdare al cubismo.
L’intento di Picasso, con quest’opera, è di allontanare l’arte dalla semplice raffigurazione borghese e introdurre un’arte più mediterranea e meticcia in Europa. L’uso del nudo e di figure femminili testimonia la libertà di Picasso, del suo essere inquieto ed eversivo. Da qui in poi l’arte non dovrà più significare nulla se non rappresentare se stessa.
Nell’estate del 1909, Picasso si reca a Horta de Ebro e dipinge il quadro “Fabbrica a Horta de Ebro”. L’opera è testimonianza della vicinanza stilistica del pittore spagnolo all’artista Braque. Entrambi in quegli anni sono influenzati dalla corrente del cubismo analitico: figure geometriche ben delineate, colori cupi, tendenzialmente toni di grigio e di verde, il paesaggio sembra assumere un significato differente. Lo stesso Braque dirà: “l’idea era quella di creare un nuovo concetto di bellezza, in termini di volume, massa e peso, espressione della mia concezione soggettiva.”
A Roma, nel 1917, Picasso compone l’opera “Parade”, grande tela che raffigura una compagnia di circensi e acrobati durante una colazione. Qui l’artista spagnolo sembra essere tornato al periodo rosa: le tinte accese, le forme ben delineate e l’ispirazione all’arte antica in particolare di quella rinascimentale è testimoniata anche dallo sfondo del quadro creato attraverso un connubio di colonne romane, giardini e il tutto ricorda un collage.
Dello stesso anno di “Guernica” è l’opera “Donne che giocano sulla spiaggia”. Il quadro raffigura due soggetti sulla spiaggia e un terzo che osserva; il tutto sembra rievocare lo scenario già visto in “Bagnante seduta” o in “Due donne che corrono sulla spiaggia” del 1922. Il tema della spiaggia e del mare tornano quindi, come a voler raffigurare le proprie origini. Il mare sullo sfondo nell’opera sembra essere piatto e calmo, quasi a ricordare il mare Mediterraneo della Liguria o della Costa Azzurra. Le forme sono plastiche, solide, quasi delle sculture di gesso ma al tempo stesso fragili. Il contesto storico in cui quest’opera nasce è infatti in pieno regime franchista e la città di Guernica è stata appena rasa al suolo. Picasso si avvicina così al suo ultimo periodo: il cubismo sintetico. D’ora in avanti, l’artista spagnolo, raffigurerà donne spigolose con forme geometriche sconnesse con l’intenzione di esprimere la figura così come percepita dall’artista. Le figure scomposte perdono di prospettiva, il pittore rappresenta i soggetti scomposti e disegnati allo stesso tempo di profilo e frontale. Lo smantellamento quasi chirurgico della figura serve a condurre ad una raffigurazione senza prospettiva e a creare una complicità con lo spettatore.
L’opera di Picasso quindi fu figlia di quella cultura mediterranea e ligure alla quale apparteneva. I paesaggi di mare e la passione per la Costa Azzurra sono chiare testimonianze dell’intenzione dell’artista di volersi avvicinare alle proprie origini, restando un maestro, padrone delle forme che con il suo gesto innato riuscì a raffigurare ed esprimere attraverso un collage di leggende mediterranee, stili spagnoli, liguri, francesi e africani.
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