Il fascino dell’arte nell’apprendimento
di Carmen Fiore
Hai mai pensato che si potrebbe studiare la storia del Mondo seguendo i movimenti artistico-culturali che si sono succeduti, le guerre e le conquiste geopolitiche attraverso la vita e le espressioni degli artisti? Che le abilità logico-matematiche potrebbero svilupparsi attraverso la manipolizione di materiali? Che, ancora, ci si possa orientare verso la propria realizzazione professionale attraverso lo sviluppo di passioni artistiche come la fotografia, la pittura, il design, il teatro, la musica? O che, infine, l’arte possa avvicinare all’ecosostenibilità attraverso il principio del riuso e riciclo o alla sensibilizzazione civica e comunitaria leggendo nelle espressioni artistiche dei vari popoli i loro bisogni e sentimenti? Potrei continuare all’infinito perché, seppur l’arte a scuola sembri essere figlia di un dio minore, tanti approcci didattici innovativi ne confermano l’importanza sia da un punto di vista di crescita psicofisica personale che come sguardo sul Mondo per apprendere competenze e obiettivi dei vari cicli d’istruzione.
Scopo di questa rubrica è quello di tracciare un percorso plausibile per costruire un progetto d’apprendimento basato sull’arte in tutte le sue sfaccettature. Offrire spunti agli insegnanti, ai genitori e agli educatori come te da inserire nella propria offerta formativa. Informare sulle iniziative dedicate all’apprendimento nei musei e sugli eventi legati all’arte per bambini e ragazzi.
Prima di iniziare, è d’obbligo fare una precisazione sull’istruzione in Italia. Nei primi anni del 2000 i programmi ministeriali sono stati aboliti e sostituiti dalle Indicazioni Nazionali del Miur. Questo bellissimo documento permette alla scuola e a chi si occupa d’istruzione di personalizzare la propria offerta formativa. E non solo questo. Nelle prime pagine si tracciano i nuovi paradigmi dell’apprendimento italiano che non basa più la sua centralità sulla scuola, ma va verso la costituzione di comunità educanti territoriali e di collaborazione tra le figure che concorrono alla crescita dei nostri bambini: famiglie, scuole, sanità, musei, ecc… Con questa riforma, si lascia ampio margine di libertà agli educatori che possono scegliere l’approccio che preferiscono per impartire l’istruzione. In questo documento, inoltre, si dà un grande riconoscimento alle espressioni artistiche come veicolo di elaborazione, comunicazione, apprendimento e sviluppo armonico del bambino.
Eccone alcuni estratti:
“Per educare a una cittadinanza unitaria e plurale allo stesso tempo, una via privilegiata è proprio la conoscenza e la trasmissione delle nostre tradizioni e memorie nazionali […] Sarà indispensabile una piena valorizzazione dei beni culturali presenti sul territorio nazionale, proprio per arricchire l’esperienza quotidiana dello studente con culture materiali, espressioni artistiche, idee, valori che sono il lascito vitale di altri tempi e di altri luoghi.”
“L’esperimento, la manipolazione, il gioco, la narrazione, le espressioni artistiche e musicali sono infatti altrettante occasioni privilegiate per apprendere per via pratica quello che successivamente dovrà essere fatto oggetto di più elaborate conoscenze teoriche e sperimentali.”
“[…] le arti […] stanno mettendo in evidenza come le popolazioni umane abbiano sempre comunicato tra loro e come le innovazioni materiali e culturali siano sempre state prodotte da una lunga storia di scambi, interazioni, tradizioni.”
“La familiarità con immagini di qualità e opere d’arte, sensibilizza e potenzia nell’alunno le capacità creative, estetiche ed espressive, rafforza la preparazione culturale e contribuisce a educarlo a una cittadinanza attiva e responsabile. In questo modo l’alunno si educa alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire dal territorio di appartenenza. La familiarità con i linguaggi artistici di tutte le arti, che sono universali, permette di sviluppare relazioni interculturali basate sulla comunicazione, la conoscenza e il confronto tra culture diverse.
Per far sì che la disciplina contribuisca allo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità dell’alunno, è necessario che il suo apprendimento sia realizzato attraverso l’integrazione dei suoi nuclei costitutivi: sensoriale (sviluppo delle dimensioni tattile, olfattiva, uditiva, visiva); linguistico-comunicativo (il messaggio visivo, i segni dei codici iconici e non iconici, le funzioni, ecc…); storico culturale (l’arte come documento per comprendere la storia, la società, la cultura, la religione di una specifica epoca); espressivo-comunicativo (produzione e sperimentazione di tecniche, codici e materiali diversificati, incluse le nuove tecnologie); patrimoniale (il museo, i beni culturali e ambientali presenti nel territorio).
Da quello che si può capire, l’arte non deve essere intesa come una delle tante materie che si studiano… e spesso anche male purtroppo, ma diventare un vero e proprio veicolo d’apprendimento.
Eppure non è certo una novità. Già Maria Montessori, nella prima metà del novecento, considerava l’arte un momento fondamentale per la crescita del bambino. Era per lei come una “forma di ragionamento” dove pensiero e percezione visiva si fondono e la mano diventa quasi una “protesi” della mente.
Con l’avanzare delle neuroscienze, l’attenzione per l’arte come mezzo d’apprendimento e di sviluppo della cosidetta “intelligenza emotiva” si fa più forte. Nascono diversi Musei per Bambini in tutto il Mondo. In Italia, precursore è Munari che crea nel 1977 il primo laboratorio per bambini nella Pinacoteca di Brera e 12 atelier e laboratori nelle scuole.
Quale sarebbe oggi l’evoluzione? Come coach olistica che vede l’essere umano come il coesistere di mente, corpo e anima, credo sia fondamentale che ai nostri bambini sia data la possibilità di vivere uno sviluppo armonico ed equilibrato in tutte le proprie parti, orientato alla felicità e allo sviluppo del proprio potenziale. Di sperimentare e guardare la vita attraverso l’arte e la bellezza, con un’istruzione capace di stimolare la creatività, l’empatia, la curiosità, di dare valore all’errore perché offre soluzioni originali, strade inesplorate per andare verso un apprendimento multidisciplinare del fare, dell’apprendere, del dare e, soprattutto, dell’essere. Del rimanere crescendo, come tutti i bambini, artisti dentro.
Chi sono
Carmen Fiore. Single, mamma, manager di me stessa. Presidente dell’Associazione Sobjective, consulente di comunicazione & marketing etico e coach olistica scrivo per passione e lavoro viaggiando con mio figlio per la nostra Lifeschooling.
http://www.sobjective.it/www.carmenfiore.ebasta/
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