Soffi di voce nel Caos

The Bird Cage – Sheila Hill, 2010
Sempre più uomini vittime dello stalking. A dimostrarlo i casi che finiscono nei fascicoli delle procure e delle questure che vedono in crescita le denunce e le richieste di ammonimento nei confronti di donne. In genere, ad alimentare gli atti persecutori è la fine di una relazione che porta l’ex ad avere atteggiamenti ossessivi e violenti verso la vittima. Ma sembrano in aumento anche i casi di stalking maturati nell’ambiente di lavoro e tra vicini di casa. Una collaborazione andata male o un brutto rapporto di vicinato scatenano sempre più spesso reazioni abnormi che finiscono in Tribunale. A veicolare le molestie si aggiunge la rete: le minacce via facebook ed email creano una gabbia virtuale attorno alla vittima dalla quale è difficile liberarsi.
Le cifre
Soltanto nel 2009, anno di entrata in vigore della legge sullo stalking, le querele sono state 2.023, secondo i dati Istat. Di queste, 873 sarebbero state archiviate per mancanza di prove, insussistenza del fatto o perché l’autore è riuscito a rimanere ignoto.
Inizialmente gli stalkers erano quasi esclusivamente uomini di età compresa tra i 35 e i 44 anni (oltre il 90% del totale) che agivano nei confronti di coetanee. Negli ultimi anni, però, lo scenario sembra essere in parte cambiato. Anche se non ci sono ancora statistiche ufficiali, pare che sempre più uomini denuncino atteggiamenti ossessivi che li costringono a staccare il telefono fisso, il cellulare e persino a cambiare città.
Secondo una ricerca dell’Osservatorio nazionale dello stalking un italiano su cinque avrebbe dichiarato di essere stato almeno una volta vittima di stalking. Gli autori sarebbe ancora in prevalenza uomini (75%), ma le donne avrebbero raggiunto il 25 per cento. Uno su tre, inoltre, sarebbe recidivo.
Cyberstalking: l’ossessione virtuale
Lo stalking è stato introdotto in Italia col d.l. 11/2009. Da allora le modalità esecutive del reato si sono evolute, sfruttando le nuove piattaforme virtuali a disposizione.
Lo stalker oggi si muove attraverso i social network, le chat e anche la posta elettronica, celandosi quasi sempre dietro false identità, ingenerando un vero e proprio stato d’ansia nella vittima che la porta a cambiare le proprie abitudini di vita.
La Cassazione, di recente, ha riconosciuto la sussistenza del reato commesso anche a mezzo social network (v. Cass. Pen. 20/10/2011; Cass. Pen. 32404/10).
A Salerno una ragazza di 20 anni, dopo aver lasciato il fidanzato, è stata costretta a denunciarlo dopo aver ricevuto centinaia di mms diffamatori, email e messaggi sulla bacheca pubblica di facebook.
In questo caso il giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno con un provvedimento confermato dal Tribunale del Riesame, applicando le nuove disposizioni contemplate per il reato di stalking, ha sancito il divieto per il ragazzo di avvicinarsi alla propria ex fidanzata. La Suprema Corte, per la prima volta, ha confermato la decisione dei giudici dei precedenti gradi di giudizio stabilendo la legittimità del divieto di avvicinarsi al proprio ex in caso di molestie consumate anche tramite il popolare social network.
I casi
Ma c’è anche chi è andato oltre. In provincia di Milano una donna ha incendiato il furgone dell’ex, dopo essersi appostata più volte sotto il suo palazzo. A fare le spese di un amore finito male, spesso sono anche intere famiglie “colpevoli” di abitare nello stesso condominio della persona presa di mira.
In provincia di Firenze ancora una volta un uomo è stato perseguitato dalla moglie con centinaia di messaggi nel cuore della notte. Anche in questo caso la denuncia è l’unico modo per evitare conseguenze peggiori. C’è chi, infatti, non si limita a pedinare o molestare l’ex, ma arriva fino a fare visite a sorpresa sui luoghi di lavoro, organizzare incursioni domestiche, ordinare merci a nome della vittima, usare violenza anche contro i familiari o animali cari alla persona offesa.
Un vero e proprio disegno criminale che può arrivare a modificare le abitudini di vita della persona oggetto delle ossessioni dell’autore, fino a metterne a rischio la vita.
Come difendersi
In tutti questi casi, è bene rivolgersi subito alla questura o alle forze dell’ordine più vicine e richiedere l’emissione del provvedimento di ammonimento. Il questore, infatti, può ordinare allo stalker di tenere un comportamento conforme alla legge, avvertendolo che in caso contrario il procedimento penale potrebbe avere conseguenze ben più severe. La richiesta, però, deve essere molto dettagliata. Deve indicare l’orario preciso delle molestie, il testo dei messaggi ricevuti, le condotte dello stalker e anche il numero di telefono e i dati anagrafici degli eventuali testimoni che potranno essere sentiti dal questore. Le vittime degli stalkers, quasi sempre, sono costrette ad assumere tranquillanti o altri farmaci contro i disturbi del sonno indotti da tali comportamenti. È opportuno allegare alla richiesta ogni certificazione medica o ricevuta fiscale dei farmaci assunti.
Se l’ammonimento non dovesse avere esito e lo stalker continuasse nelle sue persecuzioni, la vittima ha sei mesi di tempo dal fatto per sporgere querela, a quel punto il giudice per le indagini preliminari potrà emettere la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa prevista appunto per il reato di stalking.
È’ necessario, quindi, che la vittima si allerti per tempo e sia consapevole degli strumenti a sua disposizione per evitare conseguenze ancora più gravi.
“L’amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo.
L’amore deve avere la forza di attingere la certezza in sé stesso.
Allora non sarà trascinato, ma trascinerà. “
Herman Hesse
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