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Sesso, cosa gli uomini non sanno. Errori e tabù

La nota psicoterapeuta Esther Perel spiega la paura di essere rifiutati, come la sessualità degli uomini sia tanto mentale quanto fisica, e perché fare del buon sesso non significa necessariamente avere un orgasmo

foto sesso 18 magazine

Cosa succede quando si intervista una famosa terapeuta di coppia? Si preparano un sacco di domande sulla carta acute e intelligenti che, alla prova dei fatti, finiscono con l’apparire solo molto stupide. L’esperta fa del suo meglio per rispondere, ma è chiaro quanto sia annoiata. Appena osserva che sembrano domande ideate per evitare di approfondire questioni più profonde e personali è chiaro quanto l’intervista stia andando male. Quindi, nel tentativo di impedire che la conversazione naufraghi del tutto, non resta che appellarsi alle proprie insicurezze sul sesso e gli appuntamenti con una donna. In quel momento vengono fuori le cose più delicate e imbarazzanti e la terapeuta improvvisamente si illumina. Comincia a scavare andando in profondità e in meno di novanta minuti demolisce l’intero traballante edificio della sessualità maschile americana. Questo è quanto mi è veramente accaduto nell’incontro con Esther Perel, la psicoterapeuta belga-americana autrice di “Mating in Captivity” e “The State of Affairs”. Oltre a una tazza di tè e a un caffè al Soho Grand, Esther Perel mi ha offerto una lezione intensiva su tutto ciò che gli uomini (e le donne) hanno malinteso sul sesso. Mi ha spiegato perché il buon vecchio pragmatismo americano non funzioni affatto bene quando viene applicato al sesso e al romanticismo, come Tinder sia solo uno strumento utile a nascondere la paura di essere rifiutati e perché l’arte dell’approccio abbia sempre così bisogno di essere spronata dall’alcol.
18 – Esiste un luogo comune che torna di continuo a galla quando si parla di sesso e relazioni di coppia: il quoziente europeo di intelligenza sessuale è più alto di quello statunitense. Perché? Alla base c’è il dato storico che ha visto tutti i puritani trasferirsi negli Stati Uniti?
Esther Perel: «Non è solo una questione di confronto con l’Europa. C’è l’essere protestante invece di cattolico e anglosassone anziché latino. Esiste qualcosa di specifico nella concezione della sessualità che è propria degli Stati Uniti. È concepire il senso del sesso e di un appuntamento associato solo al raggiungimento di un preciso obiettivo e di un’unica meta. È il motivo per cui gli americani non sanno flirtare: sono troppo orientati alla buona riuscita finale, pensano solo a ottenere un risultato. Qual è il valore del corteggiamento se non hai intenzione di andare a segno? Non c’è nessuna valorizzazione e interesse per la cosa in sé, il gioco, il potenziale e l’immaginazione. Al di là del fine di realizzare il tuo scopo, non trovi altre motivazioni. Nell’erotismo e nel misticismo, il pragmatismo americano ci ha ridotti in questo modo».

Il pragmatismo americano viene applicato a qualcosa che non gli appartiene?
«Questo modello filosofico funziona per l’economia e il mercato, ma non per il paesaggio intimo delle relazioni. Applicarlo nel campo sbagliato spiega perché il sesso possa essere estrapolato dal contesto di una storia. Non ha una trama. È solo un atto. Come è stato? “È stato bello, siamo venuti entrambi”».

Come ricostruire la trama?
«Ci vuole un’educazione del tutto nuova a iniziare dai bambini di quattro anni. Perché è l’età in cui siamo dei teologi naturali, giusto? “Da dove vengo e dove andremo dopo la morte?” Ecco, questo è il momento in cui inizi a parlare di storia. C’è la concezione di sé. Le persone sentono le persone che amano, quelle che non gli piacciono e perché le apprezzano».
“I preliminari non sono solo i cinque minuti che precedono il vero obiettivo. I preliminari iniziano alla fine dell’orgasmo precedente.”
Credo che il problema di fondo in questo paese sia considerare il sesso un argomento scomodo.
«C’è un profondo disagio negli Stati Uniti, ma non riguarda solo il sesso. Il problema nasce dal cattivo rapporto con il nostro corpo e la paura di perdere il controllo. C’è l’ossessione dell’autocontrollo e il sesso viene considerato una forma di resa. L’eccesso, la perdita di controllo e il piacere legati al sesso incutono timore e perplessità nella psiche americana. Il piacere, in particolare, non è di per se stesso considerato qualcosa di produttivo».

Per gli uomini, in particolare, il sesso può avere un significato psicologico: qualcosa da praticare per dimostrare o confermare la propria virilità.
«Uomini e donne esprimono le loro necessità attraverso un diverso codice. Nel corso della storia, il linguaggio delle donne si è avvalso delle emozioni e dei sentimenti, all’interno dei quali ammantare le diverse inclinazioni lussuriose. L’idioma degli uomini invece è il sesso attraverso il quale può nascondersi una richiesta di accettazione, desiderio, connessione, tenerezza, intimità e abbandono. Il sesso è la porta di una serie di emozioni generalmente proibite al genere maschile. Gli uomini credono di volere solo sesso. Ne sono convinti perché se non lo mettono sempre al primo posto, non sono pronti a praticarlo e non è l’unica cosa che hanno in mente, potrebbe esserci qualcosa di sbagliato in loro».
L’assunto nel caso dei maschi è che la loro sessualità sia più fisica che mentale.
«La sessualità maschile è spesso considerata al pari di un riflesso biologico: autonoma e spontanea. Sembra che non ci sia nulla da fare di fronte all’istintività di un’erezione e per questo l’uomo è sempre alla ricerca di uno sfogo, pronto all’atto sessuale. Una visione lontana dalla verità. In effetti sono convinta che la sessualità degli uomini sia guidata in maniera preponderante dalla mente. Basti pensare alla paura di essere rifiutati, non è un fattore psicologico? Se si considera il timore di essere inadeguati, l’ansia da prestazione non è una pura questione relazionale? Se pensi a un uomo con il dubbio che a lei piaccia davvero e possa mentire in merito per 30 anni senza che lui se ne accorga, ti rendi necessariamente conto di quanto la sessualità maschile sia relazionale almeno quanto quella di una donna».

Quando parliamo di sessualità maschile, ci concentriamo troppo poco sugli aspetti emotivi e mentali.
«Lo sai che la maggior parte delle ricerche sulla perdita del desiderio o la mancanza di desiderio sessuale si concentrano solo sulle donne? Perché anche nella scienza è così radicato il pregiudizio che lui sia sempre pronto a farlo. Se così non fosse, cosa c’è che non va in lui? Forse quando è depresso o ansioso, non è dell’umore giusto. Quando si preoccupa del suo lavoro o dei soldi, i suoi genitori muoiono, non è dell’umore giusto. Quando è ingrassato di 30 chili, non è dell’umore giusto. Il fatto che ogni tipo di esperienza psicologica possa influenzare sua capacità di eccitarsi è considerato inconcepibile. L’idea è che se sei un uomo devi essere sempre pronto a fare sesso. Si tratta di un pensiero incredibilmente arcaico».
“Impari che la fiducia è la capacità di vedere se stessi nella propria imperfezione senza mai avere paura di mettersi in discussione: la fiducia è la capacità di tollerare l’incertezza”.
Come liberare gli uomini da questo preconcetto?
«Come liberare gli uomini dall’errore di pensare che genere e pratica sessuale siano la stessa cosa? Che siano collegati tra loro al punto che un maschio non possa essere tale se non è interessato al sesso? Ci vuole una rieducazione. I preliminari, per esempio, non sono i cinque minuti prima dell’atto sessuale. I preliminari iniziano alla fine dell’orgasmo precedente. È una concezione radicalmente diversa del senso dei preliminari. Significa rivedere il senso della relazione nel suo complesso. La svolta più importante per tutti è la fiducia».

Come si ottiene la fiducia sessuale?
«Nello stesso modo in cui ottieni fiducia nel lavoro o mentre suoni uno strumento. È pratica. Si impara. Acquisisci confidenza con l’esperienza, l’auto-accettazione, la maturità. Impari che la fiducia è la capacità di vedere se stessi nella propria imperfezione senza mai avere paura di mettersi in discussione: la fiducia è la capacità di tollerare l’incertezza. Non dici: “Come è stato per te?”. Dici: “Come sono stato?”. La fiducia è la persona che dice veramente: “Come stai? Come è stato? Cosa ami di più? C’è qualcosa in più che ti piacerebbe fare?».
Questo significa che bisogna esporsi così tanto?
«Significa semplicemente che non puoi sapere tutto. L’educazione sessuale maschile è che lui sa senza che lei debba dire, e pensa di sapere senza che lei debba dire. Alla fine nessuno sa niente ed entrambi alimentano colpevolmente un mito. Su quali basi pensi di conoscere qualcosa senza avere fatto prima la giusta domanda? Ogni donna è diversa dall’altra. Bisogna chiedere! Come le piace giocare? La pazzia nel chiedere è riconoscere la propria ignoranza. Questa è la cosa più spaventosa. Fingere di sapere diventa la soluzione più facile. È meglio interpretare il ruolo dell’uomo che finge o essere il tipo che vuole davvero sapere? Le persone non si prendono il tempo giusto per entrare veramente in confidenza con l’altro. Esistono tanti modi di esprimere la propria sessualità che non si riduce affatto ad avere all’istante rapporti e orgasmi. All’inizio c’è una tale aspettativa che produce falsa fiducia. La falsa fiducia produce ansia. L’ansia rende le persone riluttanti a voler realmente impegnarsi l’una con l’altra, perché hanno troppa paura di fallire, invece di ammettere le proprie emozioni e dire semplicemente: “Chi ha detto che le cose debbano funzionare la prima volta?».

Sembra quasi un’eresia sostenere che puoi fallire e poi andrà tutto bene.
«Che cos’è il fallimento? Cos’è il cattivo sesso? Il sesso cattivo è misurato dal fatto che all’improvviso si interrompe, che l’orgasmo non arriva o arriva troppo presto? O il sesso cattivo è dimenticarsi di pensare che c’è qualcuno con te al di là che tutto funzioni? Lei vuole sentire di essere importante e non ammirare la tua abilità. Accarezzarle i capelli in un modo da farle venire i brividi in tutto il corpo… è un piacere. Accarezzarli e basta non è piacere».

“Cos’è Tinder? Tinder è un’app per la prevenire la paura di essere rifiutati”.
Parlando da discendente dei puritani, c’è qualcosa nel sesso di intrinsecamente spaventoso.

«E sporco. Ecco perché tutti bevono durante il corteggiamento. Perché sono fondamentalmente spaventati. Hai paura di dire: “Lo voglio”. L’alcol è un’espressione di disagio. Non è che la gente beva solo perché si diverte».
Se vuoi solo fare sesso con qualcuno dopo qualche drink, probabilmente non vuoi veramente fare sesso con quella persona.
«Non lo fai. Pensi di doverlo fare altrimenti ci sarebbe qualcosa di sbagliato in te. Non pensi: “Sono dell’umore giusto?” Pensi: “C’è una bella ragazza qui, quindi dovrei.” Non fai i conti con te stesso. Ti va stasera? Forse no. Vuoi correre tre miglia stasera? No, non lo fai. Una volta che inizi a fare analogie, capisci che non c’è nulla di eccezionale nel sesso e non funziona con regole proprie».
È giusto dire che il maschio fugge di fronte alla vera intimità e alla paura del rifiuto?
«Tutti sono spaventati dal rifiuto. È normale. Cos’è Tinder? Tinder è un’app per la prevenire la paura di essere rifiutati. Non si deve più fare questo sforzo. Gli uomini vengono respinti molto più delle ragazze, è vero. Le ragazze vengono rifiutate, ma se è carina è meno probabile che sia respinta di lui. I ragazzi meritano sostegno per questo. Sono gli iniziatori, sono loro che devono fare le mosse. In tutto il mondo, è così».

Come si supera la paura del rifiuto per andare oltre e viverlo come qualcosa di normale?
«Non lo fai. Non ti senti a tuo agio. Ne parli con altre persone e dici: “Fa schifo”. L’esperienza di essere respinti, della gelosia, della solitudine, fanno parte della condizione umana. Oggi la gente vuole anestetizzare la propria vita da tutte queste situazioni. Desidera scommesse sicure. Questa è vita. Stai per soffrire, soffrirai, ti sentirai respinto, ti sentirai amato, ti sentirai geloso, ti sentirai possessivo, tu ” Ti sentirai generoso, ti sentirai avaro, sentirai ogni genere di cose. Questa è la ricchezza della nostra vita emotiva. Piangerai ascoltando musica. Leggerai dei bei libri e ti accorgerai di non essere l’unico. Piangerai sulla spalla di qualche tuo amico e realizzerai che hanno attraversato esperienze molto simili. E, gradualmente, imparerai a resistere, a diventare resiliente ad andare avanti attraverso le esperienze della vita senza essere solo una fragile creatura».

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