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E se investire in un paio di sneakers fosse più redditizio dell’oro e del mattone?

sneakers

Non troppo tempo fa il milionario australiano Tim Gurner faceva notizia in tutto il mondo con le sue dichiarazioni polemiche nei confronti dei millennials, i quali, a suo avviso, non riuscivano a comprarsi casa per via dell’ossessione (tutta apparenza e niente sostanza) per gli avocado toast. Benchè sia vero che la generazione nata tra i primi anni 80 e gli ultimi 90 sia oggettivamente meno incline a fare gli stessi investimenti dei propri genitori, non parliamo sicuramente di una fetta di società così sprovveduta. Un esempio per tutti, in questo senso, è rappresentato dal business del re-selling di sneakers.
Se siete appassionati di questo pilastro dello sportswear vi sarete sicuramente trovati almeno una volta su piattaforme come StockX, Stadium Goods, Grailed e Goat. Avrete anche considerato la possibilità di mettervi in fila per giorni (che per l’online si traduce in anni di pratica con il coding) per accaparrarvi un paio di Air Jordan limited edition. Quello che non sapete, probabilmente, è che dietro questa passione si nascondono dinamiche di compravendita che attualmente, secondo il Business Insider, valgono globalmente oltre 1 bilione di dollari. Un commercio tra appassionati e intenditori costruito su 30 anni di cultura streetwear (che si nutre appunto dell’hype scaturito dalle edizioni limitate) e che solo recentemente – dopo aver destato l’interesse di sempre più celebrities e brand di moda – sta varcando la soglia mainstream. Stadium Goods, per dire, nel 2018 è stata acquisita da Farfetch per oltre 250 milioni di dollari, mentre StockX vanta investitori del calibro di Google, Eminem e Steve Aoki. Se è vero che, tramite questo tipo di piattaforme, centinaia di persone in tutto il mondo riescono a mettere le mani su drop profondamente esclusivi, è altrettanto vero che, visto i margini di guadagno, sempre più individui passano dall’altro lato del business facendo del re-selling un vero e proprio mestiere. Nella maggior parte dei casi, si tratta di giovanissimi iper tecnologici e super informati che gestiscono attività da centinaia di migliaia di dollari da una cameretta di periferia. A novembre del 2015, per celebrare il 15° anniversario della Shady Records, Nike ha rilasciato su eBay 10 paia di Air Jordan 4 Retro “Eminem Carhartt” che sono state vendute per un totale di 227.522 dollari (tutti proventi andati in beneficienza alla The Marshall Mathers Foundation). Oggi un paio di queste sneakers si può trovare in re-selling su StockX a partire da 10.000 dollari. A Maggio 2017 sempre Nike ha rilasciato 5 paia di Air Jordan 11 Retro in onore del giocatore di baseball Derek Jeter, all’interno di un pop-up shop allestito a pochi passi dallo Yankee Stadium, dove Jeter stava appunto per disputare la sua ultima partita. Per l’occasione è stata organizzata una vera e propria lotteria e, tra i fortunati vincitori, c’è stato chi ne ha ricavato 40.000 dollari rivendendone un singolo paio su Stadium Goods. Bisogna comunque considerare che al contrario dell’oro o del mattone, una sneaker è pur sempre costituita da pelle e gomma. Quanto, quindi, la sua compravendita può rappresentare un investimento destinato a durare nel tempo? Secondo Emma Trotter di PlayUSA, che ha recentemente condotto uno studio sull’argomento, “questo trend continuerà a espandersi via via che sempre più celebrities e atleti entrano nella sfera delle calzature”. Dopo un 2018 che, stando al report di HighSnobiety, ha toccato il picco storico nello sneaker re-selling, è difficile dire con certezza su quali modelli puntare per un maggior ritorno economico. Ad oggi, però, senza considerare le tantissime nuove uscite previste per i prossimi mesi, eccone tre che svettano sulla concorrenza:

Nike Jordan 1 Retro High x Off-White University Blue. Da un prezzo di mercato di 190 $ dollari, il valore del primo drop della collaborazione tra Nike e il brand di Virgil Abloh è aumentato del 689% raggiungendo una quotazione media di 1.500 $.
Nike Air Max 1/97 x Sean Wotherspoon (Extra Lace Set Only). Un modello lanciano nel 2018, il cui prezzo oggi è lievitato del 432%: da 160 dollari a 851.
Nike Air Presto Off-White x Nike Presto “Polar Opposites – Black. Un’altra release in collaborazione con Off White (e che spiega perché l’universo della moda oggi letteralmente ruota attorno a Virgil Abloh) è inizialmente stata messa su mercato nel 2018 per 160 $. Oggi non si trova a meno di 825 $ registrando un aumento del 416%.
Oltre a suggerirci di tenere con cura le sneaker che abbiamo nell’armadio, questi dati ci insegnano che, tra tutti i brand, Nike non ha eguali. Seguono adidas, con le sue Yeezy by Kanye West (che registrano un incremento medio del 232% sul prezzo di mercato) e a sorpresa Converse, la cui ultima collaborazione con Off-White per il classico modello Chuck Taylor si aggiudica il terzo posto nel podio con un incremento sul prezzo di partenza del 146%. La parte più sconvolgente di questo sistema, dal quale, ricordiamo, i brand non ne ricavano se non in prestigio, è che con ogni probabilità si tratta di scarpe che non verranno mai indossate.

healt

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