
Cena con cartone animato nella più antica Maison de Champagne
Lo champagne è stupore, meraviglia, sorpresa. Per questo fin dalle sue origini ha conquistato il mondo, ha oltrepassato i confini della sua regione d’origine, ha conquistato Versailles, quindi l’Europa intera e ha attraversato gli oceani. Per comprenderlo basta una visita nella cantina più antica della Champagne, Ruinart. La Maison di Reims fondata da Nicolas Ruinart nel 1729, le cui bottiglie ancora evolvono e affinano nelle antiche cave di gesso risalenti all’epoca romana. Vere e proprie cattedrali sotterranee. Ma il nostro viaggio, che coinvolge tutti e cinque i sensi e attraversa i secoli, non può non cominciare dalle vigne. Dai Premier Crus e dai Grand Crus di Chardonnay. Questo vitigno è l’anima degli champagne di Ruinart. Mentre i filari dei vigneti sono la culla a cielo aperto di vini di formidabile longevità. L’acino d’uva è in fondo il seme del mondo della Champagne.
Maison Champagne Ruinart
Qui, la Natura e l’uomo nelle annate migliori si alleano per far sì che questo frutto compia la sua magia, che può anche essere tradotta nella semplice formula coniata dal brillante Chef de Cave Frédéric Panaïotis, per il Blanc de Blancs Ruinart (davvero notevole l’ultimo rilasciato su base 2015), 1-4-10 (una bottiglia, quattro persone, 10 minuti per consumarla). Ma nella realtà, sotto la superficie di una formula tanto semplice, c’è molto altro. La conoscenza dei terroir, dei vitigni, la professionalità, la passione e la cultura. Tutte cose e fenomeni che nella Maison di Ruinart comprendono antiche cave scavate dagli antichi romani e pregiate bottiglie di champagne da stappare oggi, anche a 10, 15, 20 e più anni dalla vendemmia. Tutte cose che per esempio hanno colpito il cinese Liu Bolin, l’artista che per la maison lo scorso anno ha realizzato delle opere straordinarie e davvero evocative . «La prima volta che ho bevuto uno champagne mi sono venuti in mente i giochi d’infanzia», racconta. «Quel che più mi ha colpito subito di Ruinart, invece, è stata la determinazione nel realizzare un prodotto che mira sempre all’eccellenza, con enorme passione. Anche in questo Ruinart si accosta bene con il mondo di noi artisti». E aggiunge: «Tuttavia quel mi ha impressionato di più sono stati il profumo dei vigneti e dello champagne, quindi l’architettura delle griglie di conservazione delle bottiglie e come sono distribuite nello spazio».

Maison Champagne Ruinart
Per stimolare tutti e cinque i sensi la Maison Ruinart accoglie su prenotazione il pubblico anche a cena. E non si tratta di cene qualunque. Sulla tavola e sulle pareti, mentre sono serviti i piatti, chiari, netti e leggeri, abbinati agli champagne, scorrono le immagini animate che raccontano la storia della Maison, dalle sue origini ai giorni nostri. Il menu studiato e preparato dalla chef stellata Valérie Radeau è diretto, gustoso ed elegante. A cominciare dall’Ostrica con il cetriolo abbinata al Ruinart Blanc de Blancs, per proseguire con un emozionante Rombo al finocchio in salsa di champagne accostato a Dom Ruinart Blanc de Blancs 2006. Quindi una tenerissima Faraona con legumi di stagione, abbinata Dom Ruinart Rosé 2002 e il gustosissimo Tomme des Ardennes, formaggio magnifico, che gustiamo (anzi divoriamo) con una magnum di Dom Ruinart del ’93 (!). Dulcis in fundo, una macedonia a base di agrumi da applauso. Con l’iconico Ruinart Rosé.
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