
Alessandro Gassman foto di Gianmarco Chieregato
Margherita Buy la più imbarazzata, Valerio Mastandrea la vittima sacrificale. Valeria Marini fra le più fragili, Isabella Ferrari fra le più complesse. George Clooney il più sciolto, idem (a sorpresa) Nanni Moretti e, al femminile, Valeria Golino. Alessandro Gassman il più fotogenico (data la bellezza e la confidenza con il set per questioni familiari); Spike Lee una meteora (pochi minuti e via). E i premi Oscar del calibro di George Clooney, Bill Murray, Jean Dujardin e Matt Damon i più indisciplinati. Così si distinguono le star del cinema sotto l’obiettivo fotografico del guru dei ritratti Gianmarco Chieregato , fotografo-architetto rinomato nel mondo della moda e del cinema. Per la prima volta il fotografo raccoglie ben 200 ritratti (17 gli Oscar) di celebrities italiane ed internazionali nel libro ‘Oltre lo sguardo’ (edito da Crowbooks, in libreria dal 4 aprile) e devolve i proventi alla LILT, lega italiana lotta contro i tumori. Intervistato in anteprima dall’ANSA l’autore svela aneddoti curiosi ed inaspettati di attori ed attrici fra i più rinomati nel mondo.

Valerio Mastrandrea
Come si comportano le stelle del cinema di fronte allo zoom della macchina fotografica?
“Un conto è recitare o interpretare ruoli al cinema, altra cosa è farsi fotografare su un set. Al contrario del mondo della moda, con fotomodelle preparatissime, gli attori entrano nei panni dei loro personaggi ma non amano invece mostrare loro stessi all’obiettivo della macchina fotografica. Così sul momento del set svelano insicurezze, fragilità o poca pazienza, soprattutto le prime volte. L’obiettivo li rende forse più nudi e hanno bisogno di tempo per carburare. Il mio compito è metterli a loro agio, essere coinvolgente e, nel caso di forti blocchi o imbarazzi, farli passeggiare, muovere oppure inventare stratagemmi che li distraggano dallo zoom, come luci particolari. Insomma il mio compito è creare l’atmosfera affinché chi devo fotografare scivoli nell’obiettivo dimenticando imbarazzi. Solo così tutto diventa leggero, piacevole, funzionale. La fotografia diventa un ritratto che racconta e vive, non è un semplice scatto di una posa”.
Quale l’attrice più imbarazzata? E l’attore meno disponibile?
Forse Margherita Buy, le prime volte che la fotografavo. Esordiva dicendo ‘non sono capace’ e, mentre le chiedeva di muoversi, di sorridere o di toccarsi i capelli, mi rispondeva ‘perché lo devo fare?’ . Ora ride e scherza durante i set e tutto fila liscio. Uno dei meno mansueti e autoironici è invece Valerio Mastandrea che definisce ‘una tortura’ mettersi in posa per i servizi. Una volta commentò i miei scatti dicendo ‘mi stai a fa’ bello come quelli della soap Vivere?’
I più difficili da fotografare?
“Nessuno, se si riesce a scaldare l’ambiente del set. Succede infatti che alcuni attori siano particolarmente complicati all’inizio. Fra tutti ricordo Valeria Marini che aveva un approccio spigoloso, voleva decidere come farsi riprendere. Credo che sia legato a qualche insicurezza di fondo ma poi, una volta rotto il ghiaccio, tutto passa. Fra le attrici anche Isabella Ferrari rivela oggi più difficoltà a farsi fotografare. Di lei, nel libro, ho scelto una foto del 1989 e, insieme a quella della supermodella Iman, che era già sposata con David Bowie, sono le fotografie più datate che ho inserito nella raccolta”.
Fra gli attori quali sono invece i più sicuri, a loro agio sui set?
“Alessandro Gassman è molto sciolto, lo conosco da quando era adolescente. Si diverte e non ha timidezze. E’ portato per farsi ritrarre. Anche Valeria Golino è fra le attrici più pronte e sciolte di fronte all’obiettivo e questo comportamento svela una buon livello di sicurezza, poco imbarazzo. Fa quello che le indichi, aggiunge del suo e tutto diventa più facile. A sorpresa anche Nanni Moretti rivela un buon feeling con la macchina fotografica, è sicuro di sé. La prima volta mi fece notare che il suo naso curvava da una parte e facemmo delle polaroid di prova prima del servizio. Mi pare comunque molto soddisfatto del suo aspetto”.
E i premi Oscar, come si comportano?
“Gli incontri con loro sono spesso brevi. Ne ho fotografi 4 insieme, un privilegio. Erano George Clooney, Bill Murray, Jean Dujardin e Matt Damon. Erano a Milano e organizzammo un set nella sala del Cenacolo. Si sarebbero fermati solo per quindici minuti e preparai perciò la stanza prima del loro arrivo. Posizionai sedie, sfondi e luci. Arrivati però spostarono tutto, erano amichevoli ma fecero confusione mescolando le sedie. Dovetti cercare di sistemare il set e non farmi prendere dall’ansia del tempo che passava. Riuscii a scattare foto del tutto diverse da come le avevo immaginate ma l’effetto è di grande feeling fra di loro e sono molto soddisfatto. Il tempo delle volte è poco, soprattutto in occasione delle mostre cinematografiche. In quei frangenti devi fare il possibile in pochi istanti. Spike Lee si è prestato al mio obiettivo solo per pochi minuti quando l’ho incontrato a Venezia. Il suo ufficio stampa controllava l’orologio tassativamente ma lui si prestò con facilità e disponibilità”.
Quanto photoshop c’è in queste bellissime fotografie di attrici e attori?
“Il minimo indispensabile, soprattutto applicato a tessuti, sfondi e ambientazione. Faccio parte di una generazione di fotografi cresciuta giocando più con le luci che al computer. Il ritocco snatura le immagini e chi le guarda lo riconosce”.

Isabella Ferrari
Agenzia ANSA – Agenzia Nazionale Stampa Associata – Società Cooperativa
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