“Mi dicevano che ero un drogato”
Il Blasco si racconta tra passato e futuro
Vasco Rossi è, dall’inizio della sua carriera a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, considerato un personaggio affascinante, enigmatico e controverso. I racconti mitici sulla sua vita spericolata lo hanno reso forse l’unica vera rockstar italiana e hanno creato la figura di un personaggio iconico che o si ama o si odia, senza vie di mezzo.
Vasco Rossi in visita al Corriere della Sera: «Non siamo più alla storia, ormai siamo al mito» (Corriere Tv)Adesso, a 67 anni, Vasco riflette sul suo passato e si racconta a cuore aperto nell’incontro organizzato da ViviMilano in sala Buzzati, al Corriere della sera. “Ho vissuto sulla mia pelle la sensazione di venire escluso e ne ho sofferto moltissimo. Mi sono scontrato con un muro di benpensanti. Mi dicevano che ero un drogato” confessa il cantautore di Zocca.
“Non lo sono mai stato. Mi definisco un tossico indipendente. Le sostanze le ho provate tutte, perché volevo farlo” aggiunge. “Tranne l’eroina. E chi dice che sono tutte uguali è un criminale. La marijuana ha anche effetti terapeutici, infatti ne faccio un uso medico” e conclude il discorso con una battuta sprezzante in pieno stile Blasco: “Mi toccherà chiedere asilo politico in California, dove è legale, come in tutti i Paesi civili.”
“Ci credevo tanto, ma pensavo che avrei avuto un pubblico di nicchia” ricorda, pensando ai suoi inizi. “Non tutti coglievano che le mie canzoni sono sempre state provocatorie e ironiche.” Non solo passato, anche futuro: a Vasco infatti piacerebbe fare una serie di concerti intimi, molto diversi dai suoi super eventi negli stadi: “Negli anni le transenne si sono spostate un po’ di più… per questo quella dimensione di racconto mi piacerebbe molto.”
P.L.
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