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Foresta amazzonica: quello che sta succedendo.

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L’abbiamo sempre chiamato il “Polmone Verde” del mondo. E quel polmone, oggi, sta bruciando divorato ettaro dopo ettaro dalle fiamme. I dati sono molto preoccupanti: secondo le ultime rilevazioni satellitari, la foresta pluviale avrebbe visto un aumento del tasso di deforestazione dell’84% anno su anno. Un raddoppiamento della distruzione del patrimonio verde del pianeta che, caso vuole, è iniziato proprio con l’elezione di Jair Bolsonaro alla guida del Brasile.
Ecco quello che sappiamo finora sulla drammatica situazione dell’Amazzonia.
Da quando la deforestazione ha subito questa accelerazione?
Difficile tracciare dei fili rossi che siano inequivocabili. Di certo se tre indizi fanno una prova il fatto che il neo-presidente del Brasile sia negazionista del problema del riscaldamento globale, sia un sostenitore della derorestazione a fini di sviluppo “economico” e abbia parlato di “ONG ambientaliste” come possibili colpevoli degli incendi (incendi che, a suo dire, sarebbero stati appiccati per screditare il suo lavoro), ci sono buone probabilità che una parte di responsabilità nell’attuale situazione sia da attribuirsi proprio al neo-presidente brasiliano.

Il problema è solo in Brasile?
No. Il Brasile rimane il centro del problema, visto che il 40% della foresta amazzonica è proprio collocato entro i confini del paese. Tuttavia la situazione anche negli altri stati (Paraguay, Bolivia e Perù) è drammatica a causa della mancanza di risorse e del disinteresse della classe dirigente.

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Quali sono i rischi?
Iniziamo con il dire che rischiamo tanto. Tantissimo. La foresta pluviale amazzonica garantisce ossigeno al pianeta; è un filtro naturale di anidride carbonica, ospita 3 milioni di specie (animali e vegetali) e al suo interno vivono circa 1 milione di indigeni. L’amazzonia è l’ultimo baluardo di resistenza di un mondo prossimo al collasso ambientale. La sua distruzione vorrebbe dire accelerare in maniera drammatica il processo di radicale cambiamento delle condizioni del pianeta frutto del riscaldamento globale.
Come sta agendo il mondo di fronte alla tragedia?
Con un esagerato ritardo, la comunità internazionale e nello specifico la comunità europea stanno prendendo provvedimenti a favore della foresta. Da un lato Macron ha chiesto, appoggiato da altri paesi, che Bolsonaro riferisca al G7 della situazione nella foresta amazzonica. Germania e Francia hanno inoltre ritirato i loro contributi economici dati al Brasile per il mantenimento della foresta pluviale come forma di protesta per la gestione di Bolsonaro. Al momento però non sembrano esserci ulteriori vie di pressione diplomatica per far agire il Brasile nella tutela della foresta.

La foresta amazzonica oggi

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E noi? Cosa possiamo fare?
La foresta non sta venendo distrutta dal fuoco ma da un bruciante capitalismo. Non è un discorso trito, ma iniziare a rivedere i consumi in una chiave più sostenibile, riducendo in maniera importante il consumo di carne (alla pastorizia, infatti, saranno destinati i terreni deforestsati) è un primo importante passo avanti nella ricostruzione di un ecosistema minato alla radice dallo stile di vita occidentale. Se volete fare delle donazioni ci sono numerose realtà che si occupano della difesa della foresta amazzonica tra cui Amazon Frontline.

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