Al Museo della Permanente di Milano una mostra celebra gli iconici mattoncini colorati, tra diorami spettacolari creati con più di un milione di pezzi e celebri dipinti reinterpretati in versione minifig
Da gioco per bambini a oggetto di culto per collezionisti fino a vera e propria espressione d’arte: è questa la parabola degli iconici mattoncini colorati che abbandonano lo spazio della cameretta per conquistarsi un posto d’élite in un vero e proprio museo.
“I love Lego” è infatti il titolo della mostra inaugurata l’11 ottobre presso il Museo della Permanente di Milano e già diventata un appuntamento imperdibile per gli appassionati di ogni età.
All’interno, teca dopo teca, dettagliatissime riproduzioni di città moderne, monumenti antichi ma anche scenari avventurosi e fantastici, creati con l’impiego di più di un milione di mattoncini, quegli stessi mattoncini colorati che fanno divertire i bambini di tutto il mondo da più di 80 anni.
Le costruzioni in cui tutti ci siamo cimentati almeno una volta nella vita, tra le sale del Museo della Permanente, diventano così vere e proprie installazioni artistiche, frutto di un minuzioso quanto fantasioso lavoro d’equipe. L’esposizione, firmata Arthemisia, è stata infatti realizzata in collaborazione con RomaBrick, uno dei LUG (Lego Users Group) più antichi d’Europa a cui si deve la creazione di alcuni degli ambienti Lego più grandi che si possano osservare nel mondo e che vanta la presenza di ingegneri e architetti.
Si parte dal grande Diorama City, dove spiccano il Legolad Hospital e l’Empire Brick Building, grattacielo di 9000 pezzi ispirato al celebre edificio newyorkese e ci si avventura nello spazio, nel mare caraibico insieme ai pirati e persino nella Roma Imperiale con la ricostruzione del Foro di Nerva. Oltre a sbirciare tra edifici e palazzi a caccia dei particolari più curiosi, in ogni sala, i visitatori sono invitati a cercare i personaggi celebri nascosti all’interno delle installazioni: da Harry Potter, camuffato tra dame e cavalieri del diorama Medioevale, a Dart Fener, ospite – a sorpresa – dei palazzi dell’Antica Roma.
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