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Moda – Il chiodo, irresistibile bad boy del look è sempre un must have dello stile. La storia

Dagli aviatori alle passarelle, passando per Marlon Brandon, James Dean e i Sex Pistols. Scoprite l’evoluzione fashion del “chiodo”

Incarnazione dello spirito anticonformista delle sottoculture legate al rock’n’roll, il chiodoattraversa indenne le epoche ed entra nella hall of fame della moda come capo cult. Che sia corto, over, con vita stretta, basico o accessoriato da borchie e fibbie, è ormai un classico intramontabile, tanto che gli stilisti ogni stagione si divertono a manipolarne la forma, senza però rinunciare alla sua attitude ribelle. Il chiodo oggi va a inserirsi nello stile contemporaneo come capo base, da gestire con abbinamenti che vanno ad attenuare il suo riferimento alla “gioventù bruciata”. Infatti, come avete letto nell’articolo di Diana Marian Murek, la nuova tendenza dello streetwear chic lo vede protagonista di look, che per natura sono in contrasto con la sua aura aggressiva.

Ecco 5 cose che dovete sapere sul chiodo.

1) Origini: a Manfred von Richthofen, aviatore tedesco che viene ricordato come l’asso dell’aviazione per le sue ottanta vittorie, viene attribuita l’invenzione del chiodo in pelle di cui, in seguito, i piloti americani non faranno più a meno. Chiamato inizialmente “flying jacket”, questo capo fu poi pensato per i motociclisti, dall’americano Irving Schott nel 1913 aprì, con suo fratello Jack, un’attività chiamata Schott Bros. Il chiodo di pelle che brevettarono, prese il nome di “Perfecto“, ispirato alla forma a siluro dei sigari di Irving Schott.
Il Perfecto fu una vera svolta, perché realizzato cucendo insieme i migliori pellami, era un capospalla sufficientemente robusto. Da qui al successo, il passo fu breve.
Una seducente Marlene Dietrichtrasformò il chiodo in un capo ultra femminile, indossandolo nel film “Disonorata” (1931) in cui interpretava una prostituta viennese reclutata come agente segreto. Nel dopoguerra il chiodo fu scelto per la sua robustezza, come uniforme per la polizia americana e per lo stesso motivo, negli anni 50 fu adottato dai biker, spesso ex combattenti insoddisfatti, che si radunavano in bande per partecipare a gare di velocità con le moto.


La giacca di pelle targata Perfecto o Bronx, veniva indossata con jeans e sciarpa bianca, per conferire l’aria da duro in un epoca in cui gli uomini rispettabili erano in abiti formali. Marlon Brando in “Il selvaggio” (1953), film cult sui biker, indossò proprio il chiodo in pelle nel suo ruolo di tenebroso teppista edonista. James Dean in “Gioventù bruciata” (1955) che vestito di pelle nera conquistò subito il pubblico femminile.
Nel 1960 conobbe il successo anche sulle passerelle. Fu, infatti, Yves Saint Laurent a presentarlo in una sua collezione anche se, a quel tempo, il chiodo era di dominio dei rocker brittanici.


Negli Stati Uniti il Movimento del Potere Nero, le cosiddette “pantere nere” (organizzazione rivoluzionaria afroamericana marxista-leninista-maoista) , lo utilizzò come divisa. Dopo gli anni ’60, il chiodo in pelle non si limitò ai biker: potevano avere un taglio sartoriale o l’aspetto di un bomber, essere sfilate e lunghe o corte.
Nel 1978 “Grease”, ambientato negli anni 50, omaggiò gli anni ruggenti del rock’n’roll, raccontando in modo frizzante le prime subculture giovanili statunitensi (rockabilly e i greaser) anche con l’abbigliamento, dove, ovviamente il chiodo in pelle era protagonista.

2) Terminologia: in Italia, il giubbotto di pelle, viene indicato attraverso il termine “chiodo”. Accezione comune che nasce come modo volgare di chiamare il classico giubbotto di pelle. Mentre nel resto del mondo viene identificato con leather jacket o utilizzando il nome del primissimo, ovvero “Perfecto”.

3) Anatomia: il classico chiodo è realizzato rigorosamente in pelle nera, tagliato in vita, con cintura lampo, e apertura centrale sulle maniche generalmente lunghe. Costituito da revers, è più o meno accessoriato da spille e borchie. Si differenzia dalla giacca di pelle, essenzialmente per la presenza massiccia di zip e fibbie.

4) Il chiodo e le icone della musica: come tutti i trend di strada che nascono dal mondo della musica, il chiododiventò il marchio di fabbrica di molti artisti: primo fra tutti Elvis, che lo indossò in diverse varianti e quasi sempre frangiato, in seguito Mick Jagger, Freddie Mercury e Robert Plant,leader dei Led Zeppelin. 
Il vero boom però avvenne con l’avvento dei punk verso la fine degli anni ’70, quando i Sex Pistols e i Ramones ne fecero il loro baluardo grazie a Vivienne Westwood e Malcom MacLaren. 
La leather jacket diventò capo icona anche per Andy Wharol che ne sfoggiò davvero di particolari grazie all’aiuto di artisti. Gli anni ’80, con l’avvento del pop, attenuarono il potere aggressivo del chiodo, tanto che, grazie  all’opera di stilisti come Versace e Chanel, entrò a far parte dell’uniforme unisex di strada, insieme ai jeans Levi’s e le Dr.Martens. Da Madonna nel film “Who’s That Girl” a Michael Jackson nel video di “Thriller”, il chiodo di pelle, nelle sue più varie trasformazioni, ha conquistato molte icone della musica. Protagonista indiscusso di molti video musicali, viene ancora utilizzato per comunicare un certo appeal strong: è il caso di Charlotte Gaingsbourg in “Terrible Angels” che lo indossa nella sua versione classica da motociclista

E Karen O., front-woman della band statuinitense Yeah Yeah Yeahs, che in “Zero” veste un chiodo di pelle completamente borchiato con le sue iniziali sul retro, in riferimento alle celebri icone del rock’n’roll.

5) Il chiodo in passerella: non conoscendo stagioni ed essendo un caposapalla versatile, il chiodo trova ampio spazio anche nelle collezioni della primavera/estate 2013. Pur non snaturandolo nella sua accezione rock, ogni stilista ha una singolare prospettiva: Dsquared2 lo ripropone nella sua forma classica, ma più corto e aderente, adattandolo allo stile girly, tipico del brand, con spille in perla e hot-pants rosa; di tutt’altro avviso è, invece, Iceberg che lo allunga fin sotto la vita e lo rivista in chiave glam nella texture. Just Cavalli utilizza l’aura aggressiva del capo per inserirlo nella sua fashion jungle, in due versioni: bianco e over, borchiato su maniche, revers e tasche con patta; base bianca e texture floreale con passamaneria barocca. Moschino , che incentra tutta la sua collezione sugli anni ’60 di Courreges, lo presenta attraversato dai bagliori argentati della texture, su base di pelle bianca; mentre Versus lo vernicia di bianco usando il contrasto materico tra pelle e rete, accennando così un certo gusto punk.

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