Ho capito che il Festival di Sanremo è come una sorta di “incubo”, nel senso che ti svegli e ogni giorno fai le stesse cose. Così per una settimana, che però sembra un mese, che sembra un anno. Tutto molto bello comunque!(Levante)

Salire sul palco di Sanremo e dimostrare, in soli tre minuti, che una canzone non è mai soltanto una canzone, che impegno e arte sono un binomio in perfetta sintonia, che si può colpire il cuore e la mente con un testo cantato con passione e credibilità. Lo ha fatto Levante, con Tikibombom, costringendo chi l’ha ascoltata cantare dal palco dell’Ariston a fare i conti con l’omofobia, con l’accettazione della diversità, in maniera rabbiosamente poetica, senza retorica.
“Tikibombom” questa parola senza significato ripete il ritmo di una canzone dance, house, quello tipico della cultura di massa del sabato sera. L’artista mette a confronto fin da subito l’artificiosità di un suono computerizzato allo spessore culturale e artistico del tango. L’opinione dominante e la natura viscerale dell’umanità.
Con atteggiamento amorevole, il brano accarezza gli “animali stanchi” della diversità, gli strani (chiamati nel brano con l’espressione inglese “freak”). Uno dei concetti portanti e più originali è il non dire a queste persone il tipico “non sei solo”, ma piuttosto un necessario “ce la farai anche se sei da solo”. In questo modo Levante cerca di dare potere all’individuo per essere “vento” e non “bandiera”, quindi capace di determinare con le proprie forze la rotta verso un mondo nuovo e più accogliente.

“ Canto di chi resta indietro ma anche di chi vuole rimanerci, gli ultimi con orgoglio, quelli che si sentono poco capiti, messi in disparte ma si sanno fare forza”, ha scritto su Twitter, “#Tikibombom guarda al futuro, al momento in cui questi personaggi che descrivo troveranno un posto nella società. Quando sarà normale per un uomo indossare strass e una ragazza non sarà considerata superficiale solo perché indossa una minigonna. Siamo il vento e non la bandiera”.

Levante con la partecipazione come giudice di X Factor nella passata edizione del famoso talent di Sky Uno, è diventata ancor più nota al pubblico.
E è stato un diluvio di messaggi di persone che hanno apprezzato, capito, amplificato il messaggio: “Grazie per aver raccontato quello che molti di noi hanno vissuto e continuano a vivere”; “E’ la storia della mia vita, ma io so quanto valgo”; “Una canzone che rompe il velo del silenzio con grande poesia”; “Sento qualcuno che canta di me”. Levante racconta una verità e la verità esplode sul palco, con l’effetto moltiplicatore dei social che sottolineano il testo del brano rilanciandolo migliaia di volte, un “Noi, siamo gli ultimi della fila/Siamo terre mai viste prima, solo noi/Noi siamo l’ancora e non la vela/Siamo l’amen di una preghiera, siamo noi” in cui si riconoscono in tanti e che in tanti virtualmente cantano con lei, a dimostrare che il pop, quando si mescola con la vita vera, crea una miscela emozionante e fortissima e che i social, quando diventano un amplificatore di emozioni, sono tutt’altro che “virtuali”.
Tikibombom, il testo della canzone
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
Hey tu, anima indifesa
Conti tutte le volte in cui ti sei arresa
Stesa al filo teso delle altre opinioni
Ti agiti nel vento
Di chi non ha emozioni
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Laggiù, tra cani e porci,
Figli di un Dio minore pronti a colpirci
Per portarci giù con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Ciao tu, freak della classe
“Femminuccia” vestito con quegli strass
Prova a fare il maschio
Ti prego insisto
Fatti il segno della croce e poi
Rinuncia a Mefisto
Hey tu, anima in rivolta
Questa vita di te non si è mai accorta
Colta di sorpresa, troppo colta
Troppo assorta, quella gonna è corta
Mai più, è meglio soli che accompagnati
Da anime senza sogni pronte a portarti con sé, giù con sé.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo angeli rotti a metà
Siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi.
Noi, siamo luci di un’altra città
Siamo il vento e non la bandiera, siamo noi.
Noi, siamo gli ultimi della fila
Siamo terre mai viste prima, solo noi
Noi siamo l’ancora e non la vela
Siamo l’amen di una preghiera, siamo noi.
Ciao tu, animale stanco
Sei rimasto da solo
Non segui il branco
Balli il tango mentre tutto il mondo
Muove il fianco sopra un tempo che fa
Tikibombombom
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