
Un lancio preparato in fretta e furia partendo dalla volontà di tutti, di ripartire. Due giorni fa i vertici di Fiat hanno chiamato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che si è detto subito entusiasta dell’idea. Quella di ospitare in Triennale il pre-lancio di una vettura iconica, 63 anni di storia, la Fiat 500, la nuova vettura totalmente elettrica. Il taglio del nastro era previsto a Ginevra, nel Salone dell’Auto, sospesa per il rischio-pandemia. Lo sconforto delle prime ore, poi a Torino è stato deciso il cambio di rotta scommettendo su Milano isolata nei confronti del mondo con gran parte delle compagnie aeree che hanno tagliato le rotte. Racconta Olivier Francois, responsabile del brand Fca, che è una risposta a chi accusa la casa automobilistica di aver abbandonato il Paese.

Nella conferenza stampa i cronisti vengono fatti sedere a due metri di distanza in ossequio alle nuove disposizioni. Fuori, nel cortile, i tre esemplari «unici» realizzati con Armani, Bulgari e Kartell che andranno all’asta per dare un contributo alla riconversione del pianeta di cui è fervente sostenitore il testimonial globale: Leonardo Di Caprio.
«Cinquant’anni dopo la produzione — dice Francois — torna a Torino». Dove sta nascendo un battery hub per sostenere la rivoluzione elettrica. Il lancio effettivo è previsto per luglio, ma da ieri le vetture sono ordinabili attraverso un sistema di pre-booking. In base alla domanda cominceranno le produzioni che sforneranno i primi veicoli da agosto. Si tratta di un’auto connessa, con 320 chilometri di autonomia e un kit di ricarica in dotazione. Avrà un prezzo alto di gamma. Conteranno gli incentivi statali per la rottamazione. Più saranno generosi, più quel prezzo diventerà accessibile.
Gli incentivi
«Sugli incentivi mi aspetto una risposta del governo, e mi aspetto risposte dai Comuni. C’è l’impegno di Milano sull’elettrificazione dell’auto – ha detto Francois – stessa cosa a Torino, ma deve farlo molto velocemente. Non si può investire pesantemente sull’elettrico come abbiamo fatto noi e vivere in un Paese che non sia all’altezza della sfida della mobilità. Sicuramente serve aiuto sulle infrastrutture e anche sugli incentivi», ha aggiunto.
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