
Le domande sono quelle che ci facciamo tutti: posso andare al lavoro? Davvero il mio datore di lavoro può mettermi in ferie forzate? Se lavoro da casa ho diritto allo stesso stipendio?

Il decreto firmato nella notte dell’8 marzo da Giuseppe Conte dà indicazioni anche su questo: «Si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie».
E la misura si «affianca» all’invito a usufruire dello smart working, almeno fino al 3 aprile, anche se il nuovo decreto prevede che possa essere attivata in tutto il Paese fino al 31 luglio, quando l’epidemia di Covid-19 dovrebbe già aver raggiunto il suo picco ed essere – si spera – nella fase calante.
Lo smart working però, pur tanto agognato da tutti (che bello sarebbe lavorare da casa) si rivela non poi così facile e piacevole, tanto che, per non farsi sommergere e rimanere connessi h24, è anche richiesto di rispettare tutte le norme che riguardano il lavoro agile, regolate dalla legge 81/2017 che prevedono un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi. Altra cosa importante: ai lavoratori deve essere garantita, inoltre, la parità di trattamento economico e normativo rispetto ai colleghi che eventualmente continuano a lavorare in modalità ordinaria.
E per chi non può fare il proprio lavoro da casa? Pensiamo agli operai, ai camerieri, agli addetti alla pulizia. Per loro, le aziende dovranno trovare altre misure: le ferie forzate, per esempio, o dei permessi speciali.
Il diritto alle ferie è disciplinato dal Codice Civile all’articolo 2109, che tutela sia le esigenze del lavoratore che quelle dell’azienda, che potrà disporre delle ferie forzate secondo criteri di correttezza e buon senso. Insomma, si cercherà di mettersi d’accordo, stante che non sarebbero delle ferie particolarmente esaltanti visto che non si può né viaggiare, né andare in un cinema o in un museo.
Ma di domande ce ne sono tante altre.
Si può andare al lavoro?
Sì, il decreto riconosce questa possibilità in caso di comprovate esigenze lavorative: sono consentiti gli spostamenti verso e di ritorno dal posto di lavoro (essenziali per la continuità produttiva delle imprese), fatti salvo i presupposti del divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora, applicabile ai soggetti sottoposti a quarantena. Viene comunque suggerito lo smart working dove si può, cercando di ridurre al massimo spostamente e assembramenti.
È possibile avere le ferie in questo periodo?
Anzi, è facile che i datori di lavoro, pubblici e privati, vi chiedano di smaltirle vista la difficoltà a continuare l’andamento regolare del lavoro.
Medici e infermieri possono prendere le ferie?
Sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico e del personale le cui attività sono necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi regionali.
E se si lavora, per esempio, in Svizzera?
I frontalieri potranno andare a lavorare in Svizzera e tornare. Anche se pure gli svizzeri stanno valutando di raccomandare ai datori di lavoro di adottare, se possibile, modalità di telelavoro o smart working.
Come si possono svolgere le riunioni?
Non è difficile: ormai facili strumentazioni consentono lo svolgersi di riunioni anche con un collegamento da remoto. Se proprio ci si dovesse incontrare, va comunque garantita la distanza di un metro di sicurezza interpersonale, evitando assembramenti.
Ma se bisogna spedire della merce, si può?
Le nuove limitazioni non determinano il blocco delle merci, in entrata e in uscita dai territori di zona rossa. Pertanto, il personale addetto alla conduzione dei mezzi di trasporto potrà fare ingresso dalle aree richiamate e uscire da esse, per svolgere le operazioni di consegna o prelievo delle merci stesse. Anche in questo caso, le comprovate esigenze di trasferimento potranno essere oggetto di verifica da parte delle autorità competenti, mediante l’esibizione di idonea documentazione, tra cui i documenti di trasporto o le fatture di accompagnamento.
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