18

Moda / Christian DiorPre-Collezioni Autunno-Inverno 2020-21

DIOR, DALLA COUTURE DI MONSIEUR AL FORMALE MASCHILE DI OGG

Dalla Couture dell’atelier femminile al formale della sartoria maschile. Costruire un proprio percorso all’interno di un marchio storico non è facile. Anzi, è la sfida attuale di molti fashion designer chiamati a lavorare come direttori creativi in varie Maison. Che hanno storie e percorsi diversi all’interno della proprie storie. È la situazione in cui si trova Kim Jones, da meno di un anno alla guida di Dior Uomo. Presentando la sua seconda collezione, quella dell’autunno inverno 2019, Jones dice che è partito da due ispirazioni, quella del lavoro di Mr Christian Dior è quella dell’artista americano Raymond Pettibon.

Devono essere proprio questo, allora, gli elementi che servono a Jones per costruire il suo percorso perché nella collezione del debutto ha praticamente indicato le stesse caratteristiche da cui è nata l’ormai riconoscibile giacca “tailleur oblique” che ha presentato anche nella pre-collezione presentata a Tokyo in novembre e che in quest’ultima ri-appare in versione lucida per la sera (pervinca con revers neri) sotto un cappotto inside-out.

Quello che ha di particolare il marchio, però, è che Mr Dior non ha mai disegnato un abito da uomo (non faceva moda maschile) e che tutto sommato un’identità certa alla linea gliela diede Hedi Slimane agli inizi del 2000. Quindi, Jones dovrebbe essere più libero nella creazione dei propri codici perché quelli che si possono ricordare prima del suo arrivo non appartengono al fondatore.

In questo, forse, risiede l’originalità di rivolgersi ai canoni femminili della Couture Dior e trasferirli sull’uomo, trasformando così quell’idea inamovibile del formale nell’abbigliamento maschile.
“Uno degli aspetti più importanti della collezione è l’attenzione al tailoring che Mr Dior ha adottato nella lavorazione della moda femminile trasportato nel menswear di oggi. A questo ho aggiunto la preferenza per la stampa leopardo che Monsieur mostrava apertamente e i riferimenti ai lavori di Raymond Pettibon. Da questo deriva un uomo che ha l’attitudine della Couture è un carattere eroico tipico della visione di Mr Dior” scrive Jones nelle note che spiegano la collezione.

Un carattere eroico che deve aver ispirato anche la sensazione dell’intoccabilità dei modelli della sfilata che, simili in tutto ai manichini, sono stati trasportati da un tapis rulant lungo tutta la lunghissima passerella all’interno del capannone costruito a Champ de Mars. L’effetto è un po’ straniante perché toglie completamente una fisicità che è insita nella moda e che qui appare tenuta distante proprio da una passerella che elimina movimenti ed espressioni corporee. Il che è contraddittorio con gli abiti sartoriali, con le giacche e con i cappotti dal taglio perfetto a cui sono aggiunte delle stole che scendono dall’interno di un revers e girano attorno al busto fino a scendere come strascichi. Ma anche con i gilet/giustacuore che si sovrappongono alle giacche e che sono forniti di tasconi capienti che evitano gli zaini, con i cappotti in pelliccia maculata, con gli abiti e i cappotti dall’effetto inside-out perché mostrano all’esterno un raso lucido e all’interno un tessuto di lana.

Borse grandi e piccole, zaini e una profusione di ghette sugli stivaletti e sulle scarpe completano l’offerta di una collezione che è un ulteriore tassello di un percorso che, tutto sommato, è ancora in via di definizione.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: