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Speciale / I cani soffrono la quarantena?

Se in tempi di coronavirus è nato anche il servizio di consulenza veterinaria a distanza, in realtà le cliniche veterinarie in questo periodo sono aperte, anche se solo per casi di urgenza e previo appuntamento telefonico. Quindi se i veterinari sono sempre disponibili per curare patologie gravi che mettono a rischio la vita dell’animale, le visite di routine sono posticipate.

Ma come vivono gli animali – e specialmente i cani – questo momento di quarantena? Ne abbiamo parlato con un esperto.

«Generalmente bene, soprattutto per razze di cani piccole abituati a stare in casa. Ci sono invece cani più esuberanti e più attivi, come per esempio i border collie, ma il discorso vale per tutte le razze medio-grandi, che sono abituati a stare all’aperto a lungo durante e hanno bisogno di correre e sgambare. Per loro la vita in casa e non attiva è sicuramente più faticosa e in questo periodo possono essere un po’ abbattutio. Quello che manca molto ai cani è anche la socialità: incontrare altri cani al parco fa parte della loro vita sociale, si annusano, marcano il territorio, si rincorrono, giocano. Ci sono cani che sono abituati ad andare a “trovare gli amici al parco”, incontrando sempre gli stessi cani».

Bisogna quindi dedicare ancora più attenzione ai propri animali. «Per esempio facendoli giocare, anche solo con una pallina da lanciare, o usando un “kong”, se lo si possiede, dentro il qualche nascondere delle crocchette. ogni attività va bene se distrae il cane».

Ma oltre alle attività, la piscologia del cane e del gatto dipende molto da quella dei propri amici umani, che hanno ancora di più il dovere di mantenersi in ottima salute, anche psicologica. «Cani e gatti capiscono sempre qual è la situazione psicologica del proprietario, se è triste lo consolano avvicinandosi o strofinandosi contro. Sono molto empatici, quindi bisogna tenere un po’ di umore alto anche per il proprio animale». E finisce il dottore Fabrini: «Capire se il proprio animale è depresso, per intervenire subito, è facile. Tende ad appartarsi, non cerca il contatto fisico e non raccoglie stimoli da fattori esterni. Anche le espressioni in realtà sono molto leggibili e il padrone sa farlo sicuramente».

La passeggiata

Definirla ‘passeggiata’ è ormai un eufemismo, però il concetto cambia poco: a meno che non sia cucciolo (chiunque c’è passato, per i primi mesi dalla schiavitù della traversina piazzata in luoghi strategici della casa non si scappa), il cane adulto deve uscire per fare i propri bisogni. Potendo stare fuori per poco tempo, e sempre in prossimità dell’abitazione, è importante che ogni proprietario calcoli con precisione la resistenza del proprio cane, così da organizzare delle mini-trasferte chirurgiche che non infrangano le limitazioni imposte. In generale, un cane riesce a trattenersi per circa otto/nove ore, e può quindi essere portato fuori, idealmente, al mattino verso le 8/8:30; al pomeriggio intorno alle 16/16:30, infine la sera tra le 23:30 e mezzanotte. In tal modo, arrivando al limite non sarà necessario intraprendere una lunga passeggiata, e tutto potrà essere risolto stando a pochi metri da casa.

La pulizia delle zampe

Se era auspicabile prima del coronavirus, ora è obbligatoria: al rientro dalle mini-passeggiate di cui sopra, la pulizia delle zampe è uno step doveroso e inderogabile. Dato che le classiche salviette detergenti non bastano più, è consigliabile procedere o con acqua e un detergente apposito (o eventualmente il sapone di Marsiglia) o con salviette alla clorexidina, un disinfettante ad azione antisettica ad ampio spettro d’azione. In entrambi i casi rimuovete bene lo sporco in mezzo ai cuscinetti e sotto le unghie, e utilizzate comunque una normale salvietta per l’area genitale, il collo, il muso e le orecchie.

Il bagno

Il fatto che i toelettatori ora siano chiusi non è e non può essere una scusa per evitare di lavare il cane: che sia nella vasca, sotto la doccia o in una bacinella in giardino o in terrazza (ovviamente qualsiasi luogo si scelga all’interno di casa va poi disinfettato con cura), l’operazione è da eseguire una volta al mese, pure ogni tre settimane in tempi di coronavirus. Acquistate uno shampoo apposito – vietato avvalersi di prodotti destinati agli umani – senza parabeni e con un pH neutro, applicatelo sul pelo umido, massaggiate, lasciate agire per un paio di minuti, dopodiché risciacquate abbondantemente; infine (vale per i cani a pelo lungo) asciugate col phon mentre spazzolate il manto. In alternativa, è possibile avvalersi di uno shampoo secco – che dunque non presuppone risciacquo: in commercio se ne trovano parecchi, anche con clorexidina, ad azione lavante, rinfrescante e lenitiva.

Il gioco

La netta riduzione del tempo dedicato alle passeggiate, alla socializzazione in area cani e di conseguenza trascorso all’aria aperta potrebbe essere causa di tristezza per il cane– esattamente come per gli esseri umani. Entrambi non devono perciò rinunciare alla parte fondamentale del gioco, che può essere comunque portata avanti entro le mura domestiche o (per chi ce l’ha) in giardino. Munitevi di palline, pupazzetti, corde di cotone o quant’altro, e imponetevi – per lui, ma pure per voi – di dedicare un’ora al giorno alla ‘ricreazione’, cogliendo pure l’occasione di insegnare al vostro cane, qualora non li avesse ancora assimilati, i comandi base del ‘seduto’, ‘resta’, ‘lascia’, ‘cuccia’.

Le scorte e le visite

I negozi per animali domestici restano aperti in tutta Italia, dunque non è necessario (a meno che non siano molto distanti dalla propria abitazione) fare scorte di cibo, salviette o sacchetti di ricambio. Anche i veterinari non abbassano la serranda, ma sono a disposizione esclusivamente per le emergenze e per i richiami dei vaccini – per questi in particolare è necessario prendere appuntamento onde evitare assembramenti. È importante ricordare che, non appena le temperature esterne si assestano oltre i 18 gradi, occorre iniziare come tutti gli anni la profilassi antipulci e zecche – con pipette o collare – indipendentemente dal fatto che il tempo trascorso dall’animale fuori caso sia parecchio diminuito.

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