Federazione Moda-Confcommercio: 17mila negozi di abbigliamento rischiano la chiusura

Anche il comparto della moda protesta contro il ritardo con cui la Fase 2 partirà per i negozi di abbigliamento, la cui apertura non è prevista prima del 18 di maggio. Lo slittamento, dice la Federazione Moda Italia-Confcommercio, contribuirà a causare un calo dei consumi per il 2020 di oltre 15 miliardi di euro, che porterà almeno 17mila punti vendita ad arrendersi, con una perdita di occupazione di oltre 35mila persone.
«Questa sembra la cronaca di una morte annunciata – ha dichiarato il presidente della federazione, Renato Borghi – abbiamo bisogno di ripartire il prima possibile per far fronte alle necessità di cassa di un settore che vive sulla stagionalità. Si prefigura un pericolo per la tenuta della filiera e, da questo punto di vista, sollecitiamo Confindustria Moda a un’assunzione di responsabilità per condividere con il retail il rischio derivante dalla perdita di un’intera stagione, attraverso il diritto di reso». Secondo le classificazioni dell’Inail, i negozi di abbigliamento erano stati valutati come a basso rischio, eppure la loro apertura è stata rinviata di tre settimane rispetto alla data di avvio della Fase 2, il 4 di maggio. «Neppure comprendiamo perché sia prevista una data uguale per tutte le regioni quando invece sono molto diversi i dati epidemiologici di diffusione – continua ancora il presidente Borghi – delusi e preoccupati, chiediamo con forza al governo di ritornare su questa decisione».
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